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C'era una volta il cinema con i suoi cinegiornali. Poi venne la televisione. Infine la rivoluzione del digitale: attrezzature ogni giorno più compatte, leggere e performanti si integrano con sistemi di montaggio a portata di tutti i computer. È a questo punto che la rivoluzione tecnologica si sposa con la crisi economica. Produttori ed editori dispongono di budget sempre più limitati e nasce una nuova figura professionale, il giornalista filmmaker o videogiornalista, a cui il mercato chiede di ideare, girare, montare un prodotto in autonomia. Grande libertà o nuova schiavitù? I giornalisti classici storcono il naso, i giovani fanno di necessità virtù e accettano la sfida. Questo libro nasce per loro e per quanti devono passare, loro malgrado, dalla scrittura alla macchina da presa e che hanno, quindi, bisogno di qualche suggerimento su come sopravvivere in un mondo del lavoro in continua evoluzione. A scriverlo sono professionisti navigati che, prima di andarsene dal mare in tempesta del broadcast, vogliono lasciare in eredità la loro esperienza.